Il sito del corso di Fotografia di Luca Andreoni dell'Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo
Mostra di Giugno 2024
VIDEO GAMES
Per il terzo anno consecutivo il corso di Fotografia si è impegnato a fare ricerca ai bordi più estremi del fotografico contemporaneo. Dopo i Meme (A.A. 2021-22) e le A.I. (A.A. 2022-23) è stato il turno quest’anno dell’utilizzo della fotografia nei videogiochi, agendo, come dimostra questa pubblicazione, sia sulla produzione di immagini fotografiche all’interno dei videogiochi, sia attivando riflessioni metafotografiche sul significato dell’utilizzo di tali apparati programmabili per produrre immagini.
In una fase storica nella quale la produzione delle immagini è sempre più esplosiva per quantità, le ormai molteplici possibilità di produzione automatizzata di immagini dall’aspetto fotografico pongono questioni decisive anche dal punto di vista artistico – che nel campo della fotografia è sempre stato legato ad attività individuali, alla produzione autonoma di immagini tenute saldamente per le redini dai cosiddetti autori. Oggi questo non è più necessariamente vero, e la produzione di immagini frutto di algoritmi anche del tutto autonomi dalla volontà autoriale è sempre più diffusa e accettata, in un processo che inquieta molti ed esalta altri.
Sono proprio le più giovani generazioni il soggetto primario di tali riflessioni, sia perché il loro presente vi è immerso, sia perché i loro futuri avranno necessariamente a che fare sempre più con tali questioni e con tali processi. A dimostrarne l’interesse, la classe si è spesa con grande generosità e curiosità su questo tema, abbracciandolo fin da subito con entusiasmo, e arrivando al punto di seguire con attenzione il primo convegno italiano sulla fotografia e i videogiochi.
Last but not least, ringraziamo qui Simone Santilli, grande esperto del tema, che ha fornito in più occasioni preziosissime indicazioni sia sullo stato corrente delle ricerche sul tema, sia sulle prospettive future di questa particolarissima area della ricerca artistica. Una presenza che si è dimostrata cruciale per far capire ai giovanissimi studenti l’importanza di uno spostamento di coordinate da quelle puramente ludiche (che in sostanza tutta la classe già praticava) a quelle più concettuali e infine di ricerca artistica di questa proposta.
Stanco di dire e sentir dire che i giovani d’oggi non leggono e dunque tantomeno amano scrivere, un professore di fotografia di un’accademia di belle arti tenta l’impossibile e propone ogni paio di settimane ai suoi studenti del primo anno una serie di fotografie. Sono fotografie significative della storia del mezzo fotografico, ma gli studenti dovranno usarle solo come libero punto di partenza per scrivere un racconto breve o quant’altro preferiranno. Immagini, dunque, proposte per immaginare. Questo libro raccoglie (per la seconda volta, dopo il primo volume del 2023 intitolato “Forse ho bruciato un po’ il pollo”) un’ampia selezione dei risultati prodotti in un anno da giovani che, pare, con la scrittura hanno ancora qualche rapporto.
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